Accademia Ligustica di Belle Arti

Storia

Il palazzo dell' 'Accademia Ligustica di Belle Arti' è opera di Carlo Barabino tra il 1826 e il 1831. Al suo interno ha sede il «Museo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti» che conserva opere di pittura ligure dal XIV al XX secolo. Tra gli autori presenti Giovanni Andrea de Ferrari con «Un Santo risuscita un muratore caduto» e «Adorazione di pastori» , il Grechetto con la sua «Entrata degli animali nell'arca» , Perin del Vaga, autore del «polittico di Sant'Erasmo» , ed infine Bernardo Strozzi, cui si devono «Compianto sul Cristo morto» e un frammento e il bozzetto degli affreschi absidali della chiesa di San Domenico, distrutta.


Touring Club Italiano Genova e provincia - 2003

 

Guide


Davide Bertolotti - Viaggio nella Liguria marittima -1834.

«L'accademia ligustica di belle arti è nobilissimo istituto che dimostra col fatto non essere lo spirito di associazione solamente utile al commercio ed all'industria, ma potersi anche splendidamente applicare alle arti figurative, antico retaggio dell'Italia e suo grande conforto.»

Federigo Alizeri - Guida artistica per la città di Genova. Prima giornata - 1846.

[…]«Innanzi alla metà del passato secolo, stava ancora ne' comuni desiderii un'Accademia di disegno, ove la tenera gioventù potesse iniziarsi a' precetti delle arti gentili, e convenirvi i professori per lo studio del nudo, e il soccorso di scambievoli esempi. Ne' tempi che precedettero, leggiamo essersi rivolti gli artisti genovesi all'imitazione od all'insegnamento di stranieri maestri, o divisi in tante scuole nostrane quanti erano i professori già maturi nell'arte, e capaci per ingegno e pazienza d'incamminare i giovani nel malagevole studio. Così durarono le condizioni dell'arte genovese insino all'epoca accennata; quando la studiosa gioventù, e parecchi maestri recandosi a danno e vergogna che Genova difettasse d'un'Accademia del nudo,tanto si procacciarono, da riuscire all'intento. Venne loro opportuna la protezione della nobil famiglia de' Doria, che li ricettò nella sua Loggia da S. Matteo, e il favore del Senato Serenissimo che in quell'anno 1751 ne assunse la tutela e ne protesse i priucipii.[…]”Ma crescendone il numero di giorno in giorno, nacque il bisogno d'un terzo e più comodo sito, e l'Accademia si traslocò nelle vicinanze di Soziglia, ove prese più stabil forma…” […] “Corsero appena quattro lustri del secolo presente che la civica Amministrazione deliberò di innalzare apposito e più degno palazzo alle arti del disegno, e die' incarico a Carlo Barabino di fissarne le proporzioni e tracciarne le fondamenta sulle rovine dell'antico monastero di S. Domenico .Diremmo che l'ufficio di tal fabbrica accendesse oltre l'usato il genio del nostro architetto il quale immaginò cosa sì gentile, che forse non ha rivale tra le altre sue. Il semplice ed elegante corpo dell'edifizio, diviso in doppio piano, sorretto da un porticato che si congiunge a quello dell'attiguo teatro ci trasporta col pensiero a' bei secoli di Roma, e ci rende più amara la perdita di tanto artista”. E cresce l'ammirazione, a vedere il maestoso atrio a cui s'entra dal mezzo, e la giusta positura della scala che dopo il primo tratto si parte in doppio ramo, annunziando il corso grandangolare de' locali accademici. Ove metton fine le scale, vedi a' lati un bell'attico, sorretto da robuste colonne in marmo di Portovenere, sottratte alla distruzione della chiesa di S. Domenico, ed alcuni frammenti di pittura nel fregio, che si vollero salvi dalle rovine d'un palazzo che convenne atterrare nella formazione della via e del teatro Carlo Felice. Son'opere giovanili di Luca Cambiaso, vago ne' suoi principii di certa fierezza michelangiolesca che poi rifiutò sui consigli del padre e gli esempi di Perino. […] “Dopoché fu trasferita l'Accademia nel presente palazzo, sembrò cosa indegna ch'ella difettasse d'una raccolta di genovesi pitture, onde avesse lo straniero un'idea, se non compiuta non oscura almeno della nostra scuola. E però, parte a spese dello Stabilimento, parte di generosi patrizi formossi di corto una scelta galleria, della quale è pregio singolare, che le tele esposte sien per la maggior parte tra le migliori dell'artista di cui portano il nome”. […]“La rotonda destinata alle accademiche solennità, e la galleria de' gessi tengono il punto intermedio di questo edifizio e vogliono accennarsi partitamene”. […] “Ho serbato alle ultime linee il più grande tesoro della nostra Accademia, ch'è la collezione de' gessi formati sul meglio delle antiche e moderne scultore, e più spedito avanzamento degli studiosi”. […] “Al quale proposito mi viene spontaneo sulle labbra il nome del Segretario perpetuo Marcello L. Durazzo, a cui si conviene render quest'ultima lode tra l'altre moltissime; d'aver cioè con signorile larghezza cooperato del proprio all'accrescimento, per non dire alla formazione, di questa raccolta…» […] '

Federigo Alizeri, Manuale del forestiero per la città di Genova - Genova, 1846

«Ma un altro monumento di civile sapienza abbiamo, sulle prime mosse, nel PALAZZO DELL’ ACCADEMIA LIGUSTICA DI BELLE ARTI contemporaneo a' suddetti,tanto si procacciarono, da riuscire all' intento. Venne loro opportuna la protezione della nobil famiglia de' Doria, che li ricettò nella sua Loggia da S. Matteo, e il favore del Senato Serenissimo che in quell’ anno 1751 ne assunse la tutela e ne protesse i principii. Nè andò molto che il signor Francesco Maria di detta famiglia s'invogliò all'incremento della nascente Accademia, od uomo colto ed autorevole ch'egli era, ne fe' cenno a' più illustri patrizi esortandoli a contribuire ad una fondazione più ampia e sicura di un istituto che tanto avrebbe onorata e giovata la patria. Per queste sollecitudini si potè in breve procurare ai candidati dell'arte un locale assai meno angusto, che fu un palazzo in Via degli Orefici, ed invitare a gratuito insegnamento e provvedere d' ogni bisogno i giovinetti del popolo come quelli delle classi più agiate. Ma crescendone il numero di giorno in giorno, nacque il bisogno d' un terzo e più comodo sito, e l' Accademia si traslocò nelle vicinanze di Soziglia, ove prese più stabil forma, e fermò suoi capitoli sanzionati dall'approvazione de' Serenissimi Collegi. Si divisero i membri di essa in Accademici d' onore e di merito; spettavano al primo novero i patrizi che sovvenivano del proprio il nobile Istituto; all' altro i Professori che offerivano alcuna delle loro opere, la quale li mostrasse degni dell' onorevole schiera. E volle lo Statuto che da' primi si scegliesse annualmente un Principe che vegliasse al buon governo accademico, da' secondi un Direttore per ogni classe di studiosi che ne ministrasse gl' insegnamenti e ne moderasse la disciplina...»


 

Bibliografia


  • Alizeri F. ,Guida artistica per la città di Genova. Prima giornata - Genova, 1846.
  • Alizeri F. ,Manuale del forestiero per la città di Genova - Genova, 1846, p. 141- 152.
  • Bertolotti D. ,Viaggio nella Liguria marittima tomo secondo, da tipografi eredi Botti, Torino, 1834. p 217- 218.
  • Ratti C. G. ,Guida di Genova, Genova, 1766, pp. 279 ss.
Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022